Il progetto Mapping Mobilities. Un’analisi storica e digitale della mobilità trentina è stato promosso dall'Istituto Storico Italo-Germanico della Fondazione Bruno Kessler di Trento, grazie a un cofinanziamento della Fondazione Caritro e alla collaborazione con la Fondazione Museo storico del Trentino, l’Archivio provinciale di Trento e l’Archivio di Stato di Trento. La ricerca ha inteso riscoprire e valorizzare il prezioso patrimonio storico-archivistico rappresentato dai quasi 60.000 documenti di viaggio emessi tra il 1868 e il 1915, contenuti nel fondo “Commissariato di polizia” conservato presso l’Archivio di Stato di Trento.
Per la ricerca sono state isolate le richieste presentate tra il 1878 e il 1891, anni in cui la mobilità trentina conosce un picco significativo a causa delle fragilità del tessuto economico-sociale locale e di alcuni devastanti eventi naturali. I documenti richiesti da chi decide di partire sono in gran parte passaporti, ma non mancano libretti di lavoro o di servizio che attestano la propria professione, né carte di legittimazione che certificano un’assunzione o un’immatricolazione come studente. Dei documenti richiesti non rimangono gli originali, ma solo i dati riportati nei registri. Il campione considerato ha portato alla costruzione di un database contenente nomi, provenienze, genere e destinazioni di oltre 12.000 trentini che nel secondo Ottocento hanno deciso di muoversi oltre i confini della regione. I risultati qui presentati sintetizzano le caratteristiche degli spostamenti dei trentini, evidenziandone le particolarità e inserendolo in un più ampio contesto storico.
I registri che riportano i dati anagrafici ripresi dai documenti di viaggio sono stati oggetto di un’estensiva opera di trascrizione nell’ambito di un progetto coordinato anni fa da Casimira Grandi. Grazie a questo lavoro sono consultabili presso l’Archivio provinciale schede sintetiche per ogni documento registrato tra il 1868 e il 1915. Prima di procedere alla trascrizione dei dati raccolti nelle schede sono stati effettuati alcuni controlli a campione, al fine di verificare la corrispondenza tra i documenti originali, conservati nell’Archivio di stato, e le trascrizioni effettuate nell’ambito del progetto di Casimira Grandi. Dopo questi confronti è stato possibile procedere con la consultazione e digitalizzazione dei dati
La definizione del progetto, degli obiettivi e la metodologia sono stati elaborati con la collaborazione e il supporto della Fondazione Museo storico del Trentino, con cui la collaborazione è proseguita per tutta la durata della ricerca in una continua condivisione delle scelte progettuali. La digitalizzazione dei dati promossa dal progetto Mapping Mobilities è stata condotta anche in collaborazione con gli studenti del liceo classico “G. Prati” di Trento, nell’ambito dei progetti di alternanza scuola-lavoro. Gli alunni hanno partecipato a seminari formativi e visitato gli archivi, per poi procedere alla trascrizione digitale dei dati.
A causa dell’ampiezza del fondo è stato approfondito il periodo tra il 1878 e il 1891, che giunge al termine di importanti sconvolgimenti socioeconomici (il cambiamento dei confini politici con Lombardia e Veneto e il crollo della borsa di Vienna, solo per nominare i più considerevoli) ed è quindi rappresentativo dell’impatto a lungo termine che questi eventi ebbero sugli spostamenti di popolazione. Negli stessi anni la mobilità trentina conosce un picco anche a causa di eventi naturali, come la gravissima alluvione che sconvolse il Trentino nel 1882, seguita da altre due di minor portata nel 1885 e nel 1888.
I dati anagrafici trascritti e digitalizzati non sono sempre completi; spesso nelle fonti si registra l’assenza di una o più informazioni, come ad esempio la professione o la provenienza. In simili casi il criterio adottato è stato di considerare comunque il documento nel conteggio totale dei migranti, mentre le statistiche dei diversi campi (età, genere, professione, ecc…) sono composte solo coi dati disponibili. La ragione di una simile scelta metodologica è di cercare di usare tutti i dati a disposizione, in un contesto di informazioni spesso parziali.
Accanto alla costruzione di uno spazio digitale di raccolta dei dati, il progetto ha portato alla pubblicazione di contributi scientifici su riviste accademiche, in cui l’analisi dei dati raccolti è condotta in forma più approfondita: M. Cau, A. Grillini, La mobilità dei trentini tra Otto e Novecento. La mostra Al lavoro! E il progetto Mapping Mobilities, in «Storia e Regione/Geshichte und Region», 31 (2022), 1; A. Grillini, Migrazioni e questioni sanitarie tra XIX e XX secolo, in A. Grillini, N. Kramer (a cura di), Negoziare le politiche sanitarie: idee, istituzioni e pratiche dal XIX secolo a oggi, in «Annali dell’Istituto storico Italo-Germanico in Trento», 48, 2022/1; Idem, Mapping Mobilities”. L’emigrazione trentina nei passaporti del Commissariato di Polizia di Trento, 1878-1891, in «Annali del Museo Storico della Guerra», in press, gennaio 2023.
Anche quando i dati sono presenti, non sempre risultano essere precisi. In particolare, la destinazione di viaggio indicata è spesso estremamente generica; al posto delle nazioni, sono indicati continenti o imperi. La vaghezza delle indicazioni sui paesi di espatrio costringe all’applicazione di una metodologia meno stringente e a piani di analisi più generali. La tipologia di migrazione (interna o esterna all’impero asburgico) e le destinazioni europee o extra continentali sono diventati i principali criteri per lo studio dei movimenti di popolazione. Altro esempio della genericità che influisce su analisi e metodologia è la voce inerente alle professioni. Oltre il 74% dei migranti dichiara di essere un lavoratore “giornaliero”, ma una simile dicitura indica essenzialmente la tipologia di contratto (o l’assenza di questo) più che la professione praticata. Nell’impossibilità di risalire al mestiere praticato da queste persone, ma nel riconoscimento dell’importanza che il dato ricopre, si è deciso di rappresentare il lavoro precario come categoria a parte, al pari di operai, insegnanti, impiegati, ecc…; questo perché l’instabilità lavorativa ricopre, oggi come allora, un ruolo decisivo nella scelta migratoria.
Anche quando i dati sono presenti, non sempre risultano essere precisi. In particolare, la destinazione di viaggio indicata è spesso estremamente generica; al posto delle nazioni, sono indicati continenti o imperi. La vaghezza delle indicazioni sui paesi di espatrio costringe all’applicazione di una metodologia meno stringente e a piani di analisi più generali. La tipologia di migrazione (interna o esterna all’impero asburgico) e le destinazioni europee o extra continentali sono diventati i principali criteri per lo studio dei movimenti di popolazione. Altro esempio della genericità che influisce su analisi e metodologia è la voce inerente alle professioni. Oltre il 74% dei migranti dichiara di essere un lavoratore “giornaliero”, ma una simile dicitura indica essenzialmente la tipologia di contratto (o l’assenza di questo) più che la professione praticata. Nell’impossibilità di risalire al mestiere praticato da queste persone, ma nel riconoscimento dell’importanza che il dato ricopre, si è deciso di rappresentare il lavoro precario come categoria a parte, al pari di operai, insegnanti, impiegati, ecc…; questo perché l’instabilità lavorativa ricopre, oggi come allora, un ruolo decisivo nella scelta migratoria.
I dati ricavati dai registri sono stati raccolti in una banca dati messa a disposizione degli utenti, che potranno così effettuare ricerche specifiche e ripercorrere nelle sue volute generali la storia della mobilità trentina. La considerevole mole di dati e la necessità di organizzarli, hanno portato alla collaborazione con esperti di visualizzazione dati e gestione delle informazioni digitali. Da questo confronto è nata la partnership con i colleghi dell’unità Digital Commons Lab di Fbk-Digis, che hanno supportato il progetto nella fase di raccolta e pulizia dei dati, collaborando, inoltre, alla costruzione del database e del sito web. I dettagli tecnici del loro lavoro e la metodologia applicata per questo particolare aspetto del progetto sono consultabili al link: https://github.com/mappingmobilities .
Accanto alla costruzione di uno spazio digitale di raccolta dei dati, il progetto ha portato alla pubblicazione di contributi scientifici su riviste accademiche, in cui l’analisi dei dati raccolti è condotta in forma più approfondita: M. Cau, A. Grillini, La mobilità dei trentini tra Otto e Novecento. La mostra Al lavoro! E il progetto Mapping Mobilities, in «Storia e Regione/Geshichte und Region», 31 (2022), 1; A. Grillini, Migrazioni e questioni sanitarie tra XIX e XX secolo, in A. Grillini, N. Kramer (a cura di), Negoziare le politiche sanitarie: idee, istituzioni e pratiche dal XIX secolo a oggi, in «Annali dell’Istituto storico Italo-Germanico in Trento», 48, 2022/1; Idem, Mapping Mobilities”. L’emigrazione trentina nei passaporti del Commissariato di Polizia di Trento, 1878-1891, in «Annali del Museo Storico della Guerra», 2023.
Anna Grillini (research)
Maurizio Cau (project management)
Maurizo Napolitano (data analysis and visualization)
Beatrice Marsili (data curation)
Fondazione Museo StoricoMichele Toss (progetto emigrazione trentina)
Matteo Moretti (website design)
In collaborazione con le studentesse del Liceo classico "G. Prati" di Trento: Matilde Castelli, Benedetta Nicolussi Paolaz, Denisa Lleshi, Sofia Bertoldi, Caterina Lucianer, Teresa Baldessari, Martina Ferruzzi, Elisa Pezzè, Alice Bertamini, Emma Tomasi, Alessia Giacomolli